Nella prima decade di giugno si sono verificate delle temperature minime estreme giornaliere, in alcune località della Sicilia, mentre nella terza decade le temperature massime giornaliere hanno dato luogo ad estremi su 55 anni in Puglia e di nuovo in Sicilia. In luglio invece le temperature massime medie del mese, al Nord e lungo la costa tirrenica da Pisa a Roma, hanno raggiunto valori mai verificatisi nel corso dei precedenti 55 anni, superando quelli del luglio 2003.
Tutto ciò non fa che confermare il progredire del fenomeno noto con il nome di ”riscaldamento globale” causato dal fatto che l’anidride carbonica in atmosfera, cresciuta di quasi il 50% dal 1900 per l’utilizzo di combustibili fossili, intrappola il calore emesso dalla superficie terrestre; questo rende disponibile una maggior quantità di energia che si potrebbe liberare attraverso fenomeni atmosferici più intensi. Su scala planetaria questo fenomeno produce delle temperature annue sempre più elevate: basti pensare che negli anni che vanno dal 1995 al 2005 ci sono i 10 più caldi da quando si misurano le temperature seguendo criteri scientifici e modi d’operare omogenei (1880). In Italia il fenomeno può essere analizzato come andamento dal 1951 perché da tale data è stata generata la base dei dati del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare. Si è notato per esempio che non sempre degli anni caldi a scala globale lo sono stati anche per l’Italia. Una graduatoria redatta a cura del Servizio Climatico del CNMCA mostra che l’anno più caldo è stato il 2000 insieme al 1994 e al 2003 mentre il 2005, per esempio, è stato più fresco piazzandosi al 15° posto. Vedi http://www.meteoam.it/modules.php?name=ClimaBoll
Tutto ciò comporta un riscaldamento dei mari e uno scioglimento graduale dei ghiacciai, ma il temuto innalzamento dei mari avrebbe raggiunto fino ad ora un incremento di poco più di 10 centimetri dagli inizi del 1900. Questa data è considerata come l’inizio della civiltà industriale occidentale e pertanto il momento dal quale sono iniziate le combustioni necessarie per produrre energia, l’alimento delle grandi macchine.
Non si può dire nulla sull’andamento futuro del tempo meteorologico, oltre i dieci giorni, in quanto le cosiddette previsioni stagionali sono solo sperimentali e poco affidabili. Si cerca invece di studiare meglio quali potrebbero essere i parametri medi, e cioè il clima, che caratterizzerà il 21° secolo appena iniziato, usando dei modelli climatici che coinvolgono anche la temperatura del mare e l’andamento delle correnti marine; si investiga soprattutto il comportamento della Corrente del Golfo, che potrebbe subire delle modificazioni a seguito del riscaldamento globale. In tale studio pertanto non si considerano i valori dei parametri atmosferici quali la temperatura o la piovosità su luoghi precisi della superficie terrestre, ma per fasce di latitudini.
Attualmente la velocità del cambiamento climatico è stimata in circa 10 volte quella della risalita delle temperature dall’epoca dell’ultima glaciazione avvenuta circa 21000 anni fa, a seguito della modifica periodica dei parametri orbitali terrestri. Siamo quindi agli inizi di un probabile cambiamento climatico i cui effetti per ora sono stati abbastanza modesti, l’importante sarebbe agire in modo da rendere meno traumatici possibili tali cambiamenti per gli abitanti della Terra, tenendo conto delle conclusioni periodicamente presentate sui documenti dell’IPCC che rappresentano la “summa” delle conoscenze climatiche attuali.
Dr. Tiziano Colombo
Ha partecipato alla Revisione del documento Intergovernmental Panel on Climate Change 2007 per l’Italia.
Servizio di Climatologia del CNMCA
Tuesday, August 15, 2006
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