Tuesday, May 02, 2006

Cambiamenti Climatici


Lavoro da oltre 25 anni presso il Servizio Meteorologico occupandomi di CO2 e di clima. Vorrei illustrare alcuni avvenimenti climatici che hanno influenzato il Clima terrestre. L'eruzione del Pinatubo, giugno 1991 ha prodotto scarsi effetti sulla temperatura ma ha determinato nel 1992 un’inversione di tendenza della concentrazione della CO2 atmosferica, passando da 1.6 ppmv/anno a -0.1 ppmv/anno. L'unico vulcano che ha eruttato in modo esplosivo negli anni '80 è stato El Chichon nel 1982. La riduzione di temperatura registrata tra la metà degli anni '70 e la metà degli anni ’80 è attribuita (Kump, L. R., Kasten, J. F. and Crane, R. G.. The Earth System. Pearson Prentice Hall 2004, Second Edition) all'aumento della concentrazione di SO2 in atmosfera a causa dell’utilizzo di combustibili ad alto contenuto di zolfo, responsabile della riflessione nello spazio della radiazione solare. Numerose sono le retroazioni presenti nel complesso sistema climatico che concorrono a renderlo di tipo caotico e dotato di due stati più probabili, caldo e freddo. La teoria di Milankovitch spiega le variazioni del clima passato e pertanto tutte le variazioni dei gas serra e della temperatura svelati dal carotaggio di Vostok. Il meccanismo di aumento dei gas serra in atmosfera è pilotato nel mare dal prodotto di solubilità che diminuisce con l’aumento della temperatura (viene liberata CO2 dal mare) e nella terra emersa, particolarmente estesa nell’emisfero boreale, in cui l’aumento di temperatura permette ai batteri di scomporre le sostanze organiche e generare CO2 dalla superficie del suolo libero dai ghiacci e dalla neve. Il meccanismo di desertificazione del quale si parla in associazione all'"Effetto Serra" è proprio quello di distruzione da parte dei batteri delle sostanze organiche presenti nel terreno fino alla loro totale scomparsa, causata dall'aumento della temperatura. La pubblicazione con le opinioni più accreditate sul clima è senz'altro Climate Change 2001 che si può reperire nel sito
http://www.ipcc.ch/. La riserva di CO2 più consistente attualmente non è nota, ma alla NOAA è stato creato un sistema di confronto (GlobalView) delle misure di CO2 mondiali proprio per scoprire quali sono e dove sono situati i maggiori "pozzi" e "sorgenti" di CO2 se nel mare e/o nel suolo. Le misure di concentrazioni isotopiche 13C e 12C stanno chiarendo il problema in quanto la CO2 emessa dalle piante è “marcata” infatti da quando la CO2 atmosferica è incominciata ad aumentare, è incominciato a diminuire il rapporto 13C/12C perchè i combustibili fossili contengono una minore quantità dell’isotopo 13C.
Non è possibile generare una curva che interpoli ed estrapoli i dati di CO2 perché essa avrebbe una validità nel futuro in assenza di mutamenti, ma sarebbe sufficiente che una nazione in via di sviluppo iniziasse a “crescere” da un punto di vista industriale che la proiezione fallirebbe.
L’influenza antropogenica sul cambiamento climatico secondo me è profonda in quanto nel passato venivano scambiate enormi quantità di carbone equivalente, ma in modo ciclico, stagionale, facendo partire sempre il ciclo con la stessa intensità; è illuminante a questo proposito osservare l’andamento della CO2 misurata in una stazione dell’emisfero boreale, in cui l’ampiezza dell’oscillazione è dell’ordine di 12-15 ppmv; in confronto l’aumento antropogenico è circa un decimo, ma attualmente è costante ed in crescita. Recentemente sono state elaborate misure della temperatura dei bacini oceanici e confrontate con la modellizzazione della possibile influenza antropogenica, solare o naturale, il confronto porta a ritenere che il responsabile più probabile sia proprio l’attività umana. I risultati di tale influenza sono già visibili non tanto per l’incremento di temperatura, pure consistente soprattutto negli ultimi 20 anni, ma nell’intensificazione dei fenomeni atmosferici: assistiamo a precipitazioni più intense del passato negli ultimi 10 anni rispetto ai 30 precedenti, il riferimento climatico 1961-’90, nel bacino del Mediterraneo mentre la precipitazione assoluta non è aumentata; da un recente studio su Science in cui si analizzano gli uragani degli ultimi 30 anni emerge il fatto che essi sono diminuiti in numero, ma l’intensità è quasi raddoppiata.

P.S. Le concentrazioni di CO2 paleoclimatiche raggiungono come massimo il valore all’inizio dell’era industriale (280 ppmv).
Estate 2003: l’Europa ha emesso ½ miliardo di tonnellate di CO2; l’Inghilterra ha prodotto nel 2003, 150 milioni di tonnellate di carbonio equivalente, mentre nei quattro anni precedenti l’ecosistema della stessa area geografica ha assorbito 125 milioni di tonnellate/anno.

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